TANATOSI


Termine con il quale si indica il particolare stato di completa immobilità assunto da vari animali (mammiferi, rettili, ma soprattutto bruchi di diverse specie di insetti), con probabile funzione protettiva nei confronti di una minaccia di aggressione. Si tratta di un meccanismo riflesso che comporta una contrazione tetanica (unica contrazione muscolare di elevata intensità) del tronco e delle appendici con conseguente totale sospensione di ogni attività motoria.

E un singolare adattamento protettivo che induce la preda, in caso di estremo pericolo, a fingere di essere morta. Tale comportamento è caratterizzato dall'immediata ed assoluta immobilità, dovuta ad un'intensa e prolungata contrazione muscolare mediata dal sistema nervoso centrale, che permette al soggetto di assumere una postura del tutto simile ad un animale morto.

Questa catalessi rappresenta un fenomeno istintivo di autoconservazione a cui ricorrono sia gli invertebrati (soprattutto ragni e insetti) che i vertebrati (Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi) quando l'aggressore ha precluso loro ogni possibilità di fuga, sfruttando il fatto che di solito i predatori non attaccano prede già morte perché le loro carni potrebbero essere inappetibili o tossiche per il processo di decomposizione.

Il predatore di fronte ad una preda morta, che non si muove, allenta la sua concentrazione alla caccia, così che - approfittando della sua distrazione - il finto cadavere può rapidamente "resuscitare" e sfuggire sopravvivendo all'attacco. Non sempre però il trucco funziona: infatti se è vero che i predatori più specializzati preferiscono cibarsi di prede vive e che, comunque, esse non vengono quasi mai consumate dopo il decesso, altri cacciatori si accontentano, in mancanza di meglio, anche di Un esempio di insetto che applica questa tecnica è il "Phillium Giganteum" volgarmente detto insetto foglia gigante.

Fra i Pesci un caso senz'altro conosciuto agli acquariofili è quello dei pesci-neon e pesci cardinali, entrambi appartenenti alla famiglia dei Caracidi, i quali si fingono morti non appena pescati, galleggiando inerti nel retino o nel sacchetto dove li abbiamo momentaneamente posti, salvo poi schizzare via una volta rimessi nell'acquario.

Anche gli Anfibi ricorrono a questo trucco, come il rospo comune, che se attaccato tenta di gonfiarsi il più possibile per impedire al predatore di ingoiarlo, liberando contemporaneamente un secreto lattiginoso ed urticante che dovrebbe dissuadere il suo persecutore, ed infine, falliti questi tentativi, si distende pancia all'aria apparentemente senza vita.

Nei Rettili la tanatosi è piuttosto comune: il camaleonte orecchiuto africano (Chamaleo dilepis), se sorpreso inerme allo scoperto, espande repentinamente tutti i melanofori che regolano la sua normale pigmentazione verde, fingendosi morto agli occhi dei predatori con questo accorgimento cromatico.

Sempre fra i Rettili, diversi serpenti sfruttano l'espediente della finta morte come fanno la biscia dal collare (Natrix natrix) o il muso di porcello (Heterodon nasicus): quest'ultimo quando viene molestato si rovescia immobile sul dorso mostrando il ventre pallido, con la bocca spalancata e l'apertura cloacale estroflessa dal colore della carne putrida; contemporaneamente emette anche uno sgradevole odore marcescente, che contribuisce a rafforzare il suo aspetto cadaverico. Se il predatore non si arrende e lo raddrizza, ritenta comunque la sua pantomima cercando di riprendere la posizione da morto.

Tra gli animali superiori, sembra possa essere fatta rientrare in questo tipo di comportamento la tecnica messa in atto dall'opossum in caso di inseguimento, allorché l'animale improvvisamente ricorre al trucco di "fingersi morto", cioè: corpo immobile, occhi vitrei e bocca semiaperta e contratta per un periodo di tempo variabile tra alcuni secondi e qualche ora.

La simulazione di morte si può quindi considerare come una sorte di mimetismo in extremis, che interviene quando le altre armi o difese naturali non sono servite e bisogna inscenare un espediente finale e drammatico, ma che il più delle volte riesce a salvare la vita.





© 1999-2008 G.L.Pesce

All Rights Reserved. Text and images on this website may not be redistributed or put
as part of any collection (image archives, CDs etc) without prior written permission.