Fasciola hepatica è un trematode molto diffuso, parassita delle vie biliari di molti animali domestici ed in particolare di bovini ed ovini.

Si tratta di una specie pressoché cosmopolita, lunga 20-30 mm e larga 8-12 mm, con ventosa anteriore terminale e ventosa ventrale, che vive allo stato adulto nelle vie biliari della pecora e del bue.

L'uovo dà origine al miracidio che esce dopo 2 o 3 settimane e si libera nell'acqua; il miracidio penetra in un mollusco gasteropode d'acqua dolce (Limnaea) e giunge fino alla cavità respiratoria di questo trasformandosi in una sporocisti dalla quale si sviluppano le redie che, rotta la membrana della sporocisti stessa, raggiungono il fegato del mollusco, di cui si cibano.

Dalle redie della prima generazione si sviluppano altre redie e da queste si formano le cercarie, con intestino bifido e provvisto di coda; d'inverno le cercarie si formano direttamente dalle redie della prima generazione. Le cercarie fuoriescono dal mollusco e nuotano con i movimenti della coda finché si fissano su piante acquatiche, perdono la coda e si incistano sotto forma di metacercarie.

Lo sviluppo in individuo adulto avviene quando dei mammiferi erbivori, pascolando lungo i corsi d'acqua o sulle rive dei laghi o degli stagni, mangiano le erbe su cui sono fissate le metacercarie. L'ospite definitivo più comune è la pecora, nel cui intestino si schiudono le cisti; le fasciole, che hanno ormai l'aspetto di adulti, vanno a localizzarsi nel fegato risalendo le vie biliari e provocano lesioni ed emorragie, causando in tal modo una grave malattia detta cachessia dei ruminanti.




Uovo di Fasciola hepatica che espelle il miracido
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L'uomo può ingerire la cercaria accidentalmente mangiando erbe crude come insalata, in particolare una crucifera acquatica, il crescione. Sono noti casi di infestazione con la fasciola adulta soprattutto in Arabia, dove si usa mangiare il fegato di pecora semicrudo. In tal caso si può verificare la fissazione del parassita nella cavità boccale e nelle prime vie respiratorie (distomatosi bucco-faringea) che provoca una grave infiammazione delle mucose.