Anno Accademico 2004-2005


M I S I D A C E I


I misidacei sono crostacei peracaridi, attualmente noti con oltre 1000 specie, distribuite in quasi tutti i continenti. La maggior parte di essi sono lunghi da 1 cm e mezzo a 3 cm, ma alcune specie, quali ad esempio quelle del genere Gnathophausia, possono raggiungere la lunghezza di 35 cm. Solo poche specie vivono in acqua dolce, la maggior parte sono invece marine; un rilevante numero di specie, di origine tetidiana, vivono anche in acque sotterranee (grotte, sistemi anchialini e freatici).

Le forme marine fanno parte del benthos, meroplancton e oloplancton, la maggior parte delle quali sono neritiche.

Il torace dei misidacei è tipicamente ricoperto da un carapace ma, come in tutti i peracaridi, esso non raggiunge gli ultimi quattro segmenti toracici; spesso il carapace sporge anteriormente con un rostro, sotto il quale vi sono occhi composti, molto sviluppati. Le antennule sono biramose, le antenne sono caratterizzate da una squama antennale residuo dell'esopodite. Gli occhi sono generalmente peduncolati, spesso possono essere parzialmente o totalmente fusi. Le appendici orali consistono di un paio di mandibole a due paia di mascelle.

Le prime appendici toraciche, talvolta anche il secondo paio (nei Mysidae), sono modificati in massillipedi. Le altre sei o sette appendici toraciche, biramose, sono più o meno simili , sebbene qualcuna possa essere subchelata. Gli esopoditi toracici sono filamentosi e a volte possono essere forniti di setole natatorie.


I misidacei sono sessualmente dimorfi: in taluni gruppi, come i Mysidae, i pleopodi sono molto ridotti (rudimentali) nelle femmine; nei maschi il quarto pleopode è di solito modificato e piuttosto allungato. Qualche genere, quale Gnathophausia dei mari profondi, nuota usando i pleopodi; altri, quali i rapprentanti del genere Mysis, usano per il nuoto gli esopoditi toracici, soprattutto quando i pleopodi sono molto ridotti.

Le forme bentoniche si muovono sul fondo o strisciano sulla melma e i depositi di fondo. La corrente respiratoria è prodotta da gli esopoditi toracici a dai massillipedi e scorre dall'indietro in avanti.

La maggior parte dei misidacei sono filtratori.


I Lofogastridae presentano branchie toraciche ramificate e lamellari; nei Mysidae, la stessa superficie interna del carapace funziona da branchia.


Nel genere Gnathophausia la corrente alimentare viene prodotta dal battito del grosso esite piumato della seconda ma scella, e le particelle alimentari sono raccolte da setole filtranti presenti sulla stessa appendice. In particolare in questo genere si ha una corrente natatoria prodotta dai pleopodi, una corrente respiratoria prodotta dai esopoditi toracici a dai massillipedi, e una corrente alimentare prodotta dall'esite mascellare; queste tre correnti sono tutte più o meno separate e funzionano indipendentemente l'una dall'altra: questa probabilmente rappresenta la condizione primitiva tra tutti i peracaridi.



Nei generi come Hemimysis, nei quali i pleopodi sono ridotti e gli esopoditi. hanno assunto secondariamente una funzione natatoria, la corrente prodotta dalle appendici toraciche provvede in parte alle tre funzioni: cioè al nuoto, agli scambi gassosi e all' alimentazione. Durante il nuoto, l' esopodite compie un leggero movimento rotatorio, attirando I'acqua lungo l' asse degli arti verso la linea mediana del corpo. Di qui l' 'acqua viene successivamente spinta in avanti tramite il battito dei massillipedi e degli esiti delle mascelle, e le particelle alimentari vengono filtrate dagli enditi mascellari.

Alcune specie del genere Hemimysis si nutrono anche di materiali alimentari grossolani, oltre che delle particelle filtrate. Molte forme batipelagiche, quali i Lofogastridae, hanno perso completamente il meccanismo filtratore a sono veri e propri "spazzini".

Su ciascun lato del telson sono situati uropodi biramosi; alla base di ogni uropode è presente una statocisti, generalmente assente nelle forme sotterrane. La camera che forma la statocisti è chiusa o aperta all'esterno e lo statolite è rappresentato da un solo grosso corpo, prodotto di escrezione. Le statocisti sono innervate dall'ultimo paio di gangli addominali.


Nelle femmine due o più paia di lamine ("oostegiti") formano una tasca subtoracica (ventrale) ("marsupio") all'interno della quale vengono portate le uova.

Lo sviluppo è diretto e avviene appunto all' interno del marsupio.


I misidacei vivono generalmente in grossi "sciami" e formano una componente molto importante della dieta di molti pesci e di altri organismi marini. Molte specie marine vivono tra le alghe a nella vegetazione tidale e possono tollerare un inquinamento organico relativamente elevato. Sembra che le specie di acqua dolce siano immigrate direttamente dal mare in tempi relativamente recenti.

Gli occhi composti, il carapace ben sviluppato, la presenza di branchie toraciche, un lungo cuore tubulare e ghiandole antennalie massillari sono caratteri molto primitivi dei misidacei e suggeriscono che i misidacei possano essere alla base della linea filogenetica dei peracaridi.



MISIDACEI SOTTERRANEI


La maggior parte dei misidacei sotterranei sono stigobionti, solo poche specie sono stigofile. In quest'ultimo caso l'adattamento all'ambiente sotterraneo è limitato alla riduzione degli occhie del pigmento corporeo; Alcune specie marine, viventi all'interno di grotte costiere o in ambienti anchialini non mostrano particolari adattamenti o specializzazioni alla vita in ambiente ipogeo.

Misidacei stigobionti hanno colonizzato con successo ambienti sotterranei diversi (grotte, habitat anchialini, pozzi, etc.) dell' area Caraibica e del Mediterraneo; solo poche specie stigobionti sono note al di fuori delle suddette aree: Spelaeomysis longipes e Spelaeomysis cochiensis (India), e Spelaeomysis servatus (Zanzibar, Kenya).

Una origine tetidiana è ipotizzata per la maggior parte dei misidacei sotterrenei, con qualche riserva riguardante la distribuzione di poche specie.

[a sinistra Stygiomysis sp. (Caraibi)]

Attualmente si conoscono circa 30 specie stigobionti. la maggior parte delle quali endemiche. Per quanto riguarda l'Italia, si conoscono solo due specie stigobionti: Spelaeomysis bottazzii Caroli 1924 e Stygiomysis hydruntina Caroli 1937, entrambe endemiche per la Puglia, e presenti in ambienti cavernicoli costieri (anchialini) e freatici.



Distribution of Spelaeomysis bottazzii
(1:unpublished)






Distribution of Stygiomysis hydruntina





LINKS A SITI WEB RIGUARDANTI I MISIDACEI

  • Marine Mysidacea Database
  • World Groundwater Mysids
  • Tim Deprez Home Page
  • http://www.nfrcg.gov/nas/crustaceans/mrelicta.htm
  • http://zoo.upe.ac.za/akad/Paul.htm
  • Groundwater Mysids of Italy
  • Anchialine Fauna of the Bahamas and Yucatan



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