LA MUTA


La muta (o ecdisi) è un processo ciclico che si osserva in alcuni animali, in particolare negli artropodi, quando si perdono strutture epidermiche che vengono sostituite da nuove.

Gli Artropodi sono provvisti di un esoscheletro esterno (cuticola), che li avvolge completamente come una corazza, spesso molto dura e non dilatabile, perciò man mano che l’animale cresce questa corazza rimanendo rigida, non permetterebbe l’accrescimento dell’animale che è cosi costretto ad abbandonare la vecchia corazza ormai stretta per costruirsene una nuova più grande.

Al momento della muta, si ha il distacco di muscoli e dei tessuti dalla vecchia cuticola, che in parte viene dissolta per poterne riutilizzare alcuni componenti. A questo punto avvengono numerosi fenomeni che includono: la moltiplicazione cellulare, cambiamenti nel metabolismo di proteine, grassi e carboidrati, eventuali fenomeni di rigenerazione, la secrezione di una nuova cuticola ed il suo successivo indurimento a muta avvenuta. Tutti i suddetti processi sono dovuti all’azione concertata di una serie di neurormoni e dell’ormone della muta, l’Ecdisone.

L’ ecdisone è un ormone che deriva dal colesterolo, ed è prodotto e immagazzinato nella ghiandole della muta, che negli Insetti sono le ghiandole protoraciche. Esso è rilasciato nel sistema circolatorio di questi animali al momento della muta, sotto l’azione di specifici neurormoni prodotti nella "pars intercerebralis". Da qui i neurormoni passano ai corpora cardiaca in cui vengono accumulati e rilasciati, poco prima della muta, a stimolare la secrezione dell’Ecdisone. L’attività delle cellule cerebrali secernenti il neurormone è regolata da stimoli esterni (fotoperiodo, temperatura, ecc…) ed interni.

Per tutto il periodo dell’accrescimento, i "corpora allata", siti nella zona retrocerebrale, producono uno speciale ormone giovanile, che modifica il comportamento dell’Ecdisone e de facto impedisce all’animale di divenire adulto. Solo nel corso dell’ultimo stadio larvale i corpora allata smettono di funzionare, e ciò fa sì che l’azione del solo Ecdisone porti l’Insetto alla maturità con la muta successiva. Se sperimentalmente si eliminano i corpora allata in una larva immatura, essa diverrà adulta precocemente dando un adulto nano. Al contrario, somministrando ad una larva all’ultimo stadio dell’ormone giovanile, alla muta successiva non diverrà adulta (o non impuperà), ma affronterà un ulteriore periodo larvale.

Il fenomeno dell muta è fondamentalmente simile sia per gli insetti a metamorfosi completa (Olometaboli), quali Coleotteri e Lepidotteri, quanto per quelli a metamorfosi incompleta (Emimetaboli), quali Fasmidi e Mantidi.

Nei Plecotteri le larve subiscono numerose mute, da 12 a 24 a seconda della specie, del sesso e delle condizioni ambientali. Nella maggior parte delle specie lo sviluppo larvale dura un anno ed in alcune può durare due o tre anni.

Negli Odonati lo sviluppo larvale richiede numerose mute e ogni stadio di sviluppo può essere bloccato in periodi anche lunghi di diapausa. Per lo sfarfallamento la larva matura si porta fuori dall'acqua, a volte anche decine di metri lontano o in alto su rocce e alberi.

Per tutti gli insetti il periodo di muta è probabilmente il momento più delicato della propria vita, quello in cui sono più esposti ai predatori.

I nematodi cambiano, invece, una cuticola proteica. In molti rettili (lucertole e serpenti) vengono persi periodicamente gli strati epidermici cornei. In quest' ultimo caso la frequenza della muta può variare da una specie all'altra e, in taluni casi, anche da un individuo all’altro nell’ambito di una stessa specie, a seconda delle dimensioni e dell'età: I serpenti più giovani mutano la pelle più spesso degli individui adulti. In generale, la periodicità della muta dei rettili può variare da una ogni 20 giorni a una ogni anno.

Nei mammiferi e negli uccelli la muta ha scopi prevalentemente mimetici. In questi animali, la pelliccia o le penne e le piume, si presentano 'intonate' all'ambiente, a seconda che si tratti del periodo stagionale nevoso (livrea bianca) oppure del periodo a suolo scoperto (livree grigio-brune). La muta invernale comporta, nello stesso tempo, un infoltimento dei peli e delle piume, a protezione contro le basse temperature, mentre il mutamento 'mimetico' del colore può essere legato a una funzione protettiva nei confronti dei predatori.

Negli uccelli, in particolare, la muta corrisponde al rinnovamento del piumaggio, che avviene gradualmente con sostituzioni parziali; in questo caso la muta è regolata dalla tiroide e da fattori esterni, quali la luce, temperatura e condizioni ambientali che inducono la comparsa di un piumaggio, molto spesso mimetico. Nei mammiferi e negli uccelli, infine, la muta si esprime con il cambiamento stagionale del mantello, talvolta con fini mimetici.