Gli ctenofori sono animali delicatissimi, trasparenti, gelatinosi, con il corpo riipieno d' acqua. Hanno una forma più o meno sferica o appiattita. L' aspetto più appariscente è rappresentato dalle delicate iridescenze policrome, dovute ad otto serie di lamelle oscillanti, formate da una serie di ciglia dette pettini (caratteristica fondamentale per questo phylum) disposti longitudinalmente lungo tutto il corpo che consentono gli spostamenti dell' animale.

Gli ctenofori presentano per lo più due tentacoli ectodermici, lunghissimi, pennati, di solito impiantati entro profonde tasche retrattili, più o meno distanti dall' apertura boccale.



Sui tentacoli si rinvengono particolari cellule adesive a forma di funghetti detti colloblasti, ciascuna delle quali serve all' animale per catturare piccole prede agglutinandole e portandole successivamente all' apertura boccale.

Il polo apicale, detto aboreale, corrispondente al polo animale dell' uovo, è provvisto di statocisti a forma di piccole ampolle di origine ectodermica. Queste ampolle sono piene di liquido in cui si trovano una o più concrezioni minerali dette statoliti (piccole sfere di fosfato di calcio) tenute insieme da quattro gruppi di ciglia in continuo stato di vibrazione.


A seconda della posizione che assumono, le cellule di senso possono subire stimolazioni diverse che indicano cambiamenti di posizione dell' organismo nello spazio e contribuiscono ad assicurarne l' equilibrio. Dalle ampolle fuoriescono quattro file di palette vibratili che si sdoppiano per formare otto file mediane, che percorrono tutta la lunghezza del corpo.

Sistema nervoso: è più evoluto di quello dei celenterati. Il corpo è interessato da una rete nervosa sub-epiteliale diffusa, detta organo apicale, che permette la coordinazione dei movimenti. Non ci sono, però, gangli e centri nervosi.

Muscolatura: gli ctenofori presentano una muscolatura liscia di origine ectodermica che consta di cellule lunghe, fusiformi, contrattili.


Le fibre muscolari si estendono tra l' epiderma ed il gastroderma; tra questi due epiteli si trova la mesoglea che conferisce stabilità alla forma del corpo dell' animale, dato che ne costituisce l'unico sostegno.

Apertura boccale: si apre all' estremità inferiore del corpo, continua in una faringe ectodermica provvista di cellule che secernono enzimi digestivi, segue uno stomaco endodermico (situato più o meno nel centro geometrico dell' animale), dal quale dipartono otto canali meridiani che si allungano longitudinalmente in corrispondenza delle otto file di pettini; questi canali interni si rendon visibili iniettando del blù di metilene nel corpo dell' animale.

L' insieme delle strutture interne ed esterne, conferisce la doppia simmetria bilaterale degli ctenofori.

Riproduzione: i gameti vengono prodotti dall' endoderma, in corrispondenza delle pareti degli otto solchi meridiani del sistema gastrovascolare. La riproduzione asessuata riguarda solo alcune specie bentoniche (organismi acquatici che vivono sul fondo), invece, la riproduzione sessuata riguarda gli adulti ermafroditi.


Cestus veneris sp.

Cestus veneris sp.

Beroe ovata sp.